L’AGLIONE

  • Mangiare
  • 24 Maggio 2020
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PREMESSA

Chi leggendo il titolo di questo post ha pensato che volessimo parlare di un aglio molto grande . . . non ha sbagliato affatto !
Ma non fatevi trarre in errore dal nome non stiamo parlando di una testa d’aglio fuori dal comune bensì di una varietà di aglio certamente più grande, ma con caratteristiche molto diverse da quello comune.
Chi lo ha provato lo può testimoniare: l’aglione in cucina garantisce lo stesso sapore dell’aglio, un po’ meno marcato, ma niente controindicazioni per l’alito e alta, altissima digeribilità.

ORIGINI

Facciamo una breve digressione storico-botanica.
L’aglio, o Allium ampeloprasum, è comunemente diffuso nei paesi del Mediterraneo, dal Nord Africa fino alla parte meridionale dell’Inghilterra, ed era già conosciuto e apprezzato dagli antichi Egizi.
Greci e Romani lo utilizzavano anche come rimedio per le malattie infettive e vermifugo, ma i veri estimatori di questa pianta erano gli Etruschi, e non è un caso che, ancora oggi, la coltivazione dell’aglio sia diffusa in particolare nelle aree geografiche che hanno raccolto l’eredità di questa popolazione.
L’aglio viene normalmente classificato in quattro varianti tra cui quella chiamata Great Headed Garlic: l’aglione appunto. La crescita e lo sviluppo di questa pianta sono del tutto simili a quelle della varietà comune, ma a maturità un singolo spicchio di aglione può essere grande quanto un intero bulbo di aglio “normale”.

COLTIVAZIONE

La coltivazione, che inizia con la messa a dimora a novembre, non è molto diffusa ed è appannaggio di piccole aziende o di privati. Questo è dovuto in parte alla resa della pianta stessa, che è più scarsa rispetto alla variante comune, e in parte al costo del prodotto finito, senza dubbio più elevato dell’altro. Al giorno d’oggi la produzione di aglione è particolare concentrata tra la Val d’Orcia e nelle aree limitrofe al lago Trasimeno.

Una curiosità: per diversi anni questa variante di aglio è stata poco valutata dai coltivatori per le ragioni di cui sopra. A ridare smalto alla produzione è stata l’amichevole competizione che si era instaurata tra chi possedeva questo cultivar, infatti alcuni bulbi possono arrivare a pesare anche mezzo chilo ed è chiaramente un vanto poter mostrare agli altri il frutto (e che frutto !) del proprio lavoro.

In queste stesse zone a cavallo tra Toscana e Umbria troviamo molto spesso l’aglione impiegato al posto dell’aglio comune in cucina. Come abbiamo già detto è molto più digeribile della variante comune perché non contiene allicina, responsabile anche della pessima alitosi.

UNA RICETTA

Una ricetta super semplice e buonissima ? I pici all’aglione, naturalmente !
La preparazione è presto fatta: mettete in una padella spicchi di aglione, olio e vino bianco e lasciate cuocere l’aglio. Sì, cuocere, non soffriggere, dovrete portarlo ad avere la consistenza di una crema. A quel punto aggiungete del pomodoro a tocchetti, regolate di sale e proseguite la cottura fino alla consistenza desiderata. Scolate i pici al dente e terminate la cottura saltandoli in padella con la salsa preparata.
E buon appetito !

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