IL CASHMERE

PREMESSA

Mi ricordo che sul finire degli anni settanta in molte case c’erano delle maglie da lavorare: c’era chi tesseva, chi “rimagliava” i colli e chi, in particolare i più giovani, doveva “Artirà su i fili”, come si diceva in dialetto.
Questa fase, che scomparve con l’avvento delle macchine “taglia e cuci” moderne, consisteva nel ritirare, all’interno della cucitura, il filo in eccesso che la macchina lasciava al termine della cucitura su maniche e bordi. Un lavoro di per sè semplice ma di una noia infinita. L’unica cosa positiva, vista l’irrisorietà del compenso, era lo stare insieme e il chiacchierare.
Molte famiglie hanno lavorato in questo settore e il poterlo fare a casa permetteva di guadagnare qualcosa e al contempo di poter crescere i figli oppure di assistere gli anziani.
Anche la mia famiglia ha in parte lavorato nel settore tessile: mia madre ha lavorato per tanti anni in una maglieria, mia sorella ci ha lavorato in estate e anche io oltre che da giovincello anche da grande per qualche anno.
Oggi questa particolare forma di azienda non esiste più ma, grazie alle esperienze maturate in quegli anni, il tessile umbro si è evoluto ed è divenuto un punto di riferimento importante nel panorama nazionale ed internazionale dei prodotti di alta qualità.

STORIA

In Umbria il settore tessile ha radici molto antiche: infatti fin dal 1200 si tessevano arazzi e tovaglie e in uno dei nostri prossimi viaggi andremo a visitare alcune aziende che portano avanti tale antica tradizione.

Oggi parleremo invece della produzione di maglieria. L’imprenditrice perugina Luisa Spagnoli, fondatrice della “Perugina”, nel primo dopoguerra ebbe la brillante idea di allevare conigli d’angora per poter ricavare dal loro pelo del filato. Grazie a questo filato, innovando ed implementando nuove tecniche di tessitura, riuscì a produrre capi di maglieria di alta qualità, dando alla propria azienda anche un’organizzazione industriale.

Il successo della Spagnoli non è stato però fine a se stesso: le innovazioni delle tecniche produttive, a partire dalla tessitura fino al confezionamento del capo, hanno permesso di formare le decine e decine di lavoratori che negli anni seguenti hanno dato vita, mettendosi in proprio, a tante aziende che sono alla base della forte tradizione del tessile umbro.
Un ulteriore salto in avanti è stato fatto, nella seconda metà degli anni ottanta, quando grazie alle notevoli professionalità acquisite e all’utilizzo di tecnologie al tempo innovative si è avviato l’utilizzo del cashmere per la produzione di capi di abbigliamento.
Il cashmere, il cui nome viene dal “Kashmir” (regione storica attualmente divisa tra India, Pakistan e Cina), è un pregiatissimo filato realizzato con il pelo della capra hircus.
Il notevole costo di questo filato è dovuto al fatto che non tutto il pelo dell’animale viene utilizzato per realizzare il filato cashmere ma soltanto la parte più sottile e fine che è quella del sottomantello. Inoltre questa parte del vello dell’animale, che risulta estremamente soffice e lanoso, non viene raccolta per tosatura ma con una pettinatura manuale del mantello da eseguire esclusivamente nella stagione della muta; per ogni animale si ricavano al massimo soltanto 200 grammi di pelo.
Naturalmente, vista la particolarità del filato, i capi in cashmere risultano al tatto estremamente morbidi, setosi e vellutati, trasmettendo una sensazione calda e soffice.
Oggi il cashmere umbro è un’eccellenza conosciuta in tutto il mondo per la sua alta qualità, che migliora costantemente negli anni grazie ad un ottima filiera che copre tutte le fasi del processo produttivo dalla filatura al confezionamento del capo finito.

ARRIVO IN AZIENDA

Per vedere da vicino il mondo del cashmere ho chiamato la mia amica Adria Rocchi che insieme al fratello Saulo gestisce un piccolo laboratorio artigiano che produce capi di maglieria di alta qualità con il marchio “I Rocchi”.

La famiglia Rocchi è da oltre quarant’anni in questo settore: nel 1977 il padre Carlo e la madre Anna Maria hanno deciso di creare questo laboratorio, che ha permesso loro di vendere capi unici in tanti paesi del mondo e di collaborare con importanti brand italiani e stranieri.

Al mio arrivo al laboratorio trovo Adria, che con la sua innata gentilezza, mi accompagna nello showroom e mi mostra le tante varianti dei magnifici maglioni, le comode scarpe, fino ad arrivare alle morbidissime coperte che producono.

Adria mi spiega come la loro sia una piccola azienda ma che di fatto la si può definire un laboratorio tessile, nel quale vengono prodotti, con le tradizionali tecniche, capi unici.
Adria ci tiene a precisare che l’approccio del loro lavoro è quello artigianale e non quello industriale: in azienda la produzione di ogni singolo capo viene pensata e programmata, il che permette di offrire al cliente un servizio e dei prodotti altamente personalizzati e lo stesso trattamento viene riservato sia ai clienti che si recano presso i loro due punti vendita, a Cortona e a Marsciano, sia ai clienti che utilizzano i canali di vendita online.

Per quanto riguarda la creazione dei nuovi prodotti, Adria mi illustra come siano proprio loro ad ideare nuove linee ma che in altre occasioni si avvalgono anche di stilisti esterni nel caso si voglia dar vita a prodotti dal design accattivante, provocatorio ed innovativo.

LABORATORIO

Scendiamo nel laboratorio e appena arrivati incontriamo i genitori Carlo e Anna Maria, che da molto tempo che non vedevo, ed è stata una bella occasione per riparlare del periodo in cui anche io mi occupavo di tessile.
Successivamente mi è stato illustrato come in azienda vengono prodotti i capi evidenziando che nel loro laboratorio ancora vengono utilizzate le tradizionali tecniche produttive e che le relative fasi sono rimaste pressoché invariate nel corso degli anni.
La lavorazione di un capo inizia con la tessitura dei filati che nel laboratorio ancora viene effettuata con macchine manuali ma nel caso di tirature su numeri maggiori ci si avvale di laboratori esterni che realizzano i tessuti con le nuovissime macchine rettilinee computerizzate.

Poi avviene l’assemblaggio dei teli, precedentemente tessuti, mediante le macchine da rimaglio.

Su alcuni capi viene effettuata una particolare lavorazione di rifinitura dei bordi che viene chiamata “Punto Cavallo” e anch’essa viene fatta con una macchina rimasta pressochè immutata nel corso degli ultimi trent’anni.

Ogni capo viene controllato singolarmente e rifinito rigorosamente a mano.

Dopo il lavaggio e la stiratura i capi vengono inviati alla fase dell’imballo e sottoposti ad un ulteriore controllo.
Se non si ravvisano imperfezioni viene applicata l’etichetta e vengono immessi nelle loro confezioni per poi destinarli ai vari clienti oppure ai negozi dell’azienda.

Sul finire della mia visita arriva anche Saulo, il fratello di Adria, che in azienda si occupa in particolare del settore commerciale e mi spiega come il momento attuale non sia facile in quanto, pur trovandoci in una fase espansiva del mercato, lo stesso è invaso da tanti prodotti di cashmere, di diverse qualità e prezzi, che creano confusione nel cliente finale.

Alla mia domanda in cosa si differenziano questi prodotti risponde che principalmente dipende dal filato utilizzato per realizzarli. Un filato di alta qualità deve avere un alto grado di purezza, quindi assenza di peli anomali oppure neri, ed essere realizzato con una fibra che più è lunga e sottile tanto più lo stesso sarà pregiato.
Naturalmente un filato con queste caratteristiche è molto costoso e di conseguenza lo sarà anche il capo che si va a realizzare, ma si avrà un prodotto dalle qualità eccezionali che potremmo riconoscere a prima vista osservandolo in controluce; sulla sua superficie noteremo una leggera ed impalpabile peluria, che è una delle sue principali caratteristiche, che al tatto risulterà morbida e vellutata. Inoltre gli esperti suggeriscono di fare un altra semplice prova: stringere il maglione con le mani e poi lasciarlo. Se torna subito alla sua forma senza pieghe è anche questo un segnale di ottima qualità del capo.
Al contrario un capo che risulta ruvido al tatto, con un eccessivo pilling (agglomerati irregolari di fibre in forma di peluria o piccole palline), con notevoli pieghe del tessuto in genere evidenzia i sintomi di un capo di bassa qualità.
In ogni caso Saulo è determinato e convinto nell’affermare che, essendo la loro un’azienda piccola e con un’alta professionalità, saranno sicuramente premiati dal mercato, in quanto sono in grado di offrire prodotti di qualità con un ottimo prezzo, un servizio attento al cliente e un alto grado di flessibilità rispetto alle richieste dello stesso.
La mia visita alla famiglia Rocchi è terminata: ringrazio e, mentre saluto tutti, la signora Anna Maria conclude dicendo che sta realizzando una nuova coperta per il divano di casa da poter utilizzare nelle fredde serate invernali ed appena pronta mi chiamerà per testarla personalmente.

Via Fratelli Rosselli, 12 – 06054 FRATTA TODINA (PG) – ITALY
Tel. 800.980343
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