CANTINA CONTI FAINA

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  • 3 Giugno 2018
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PREMESSA

Nei giorni scorsi mi sono recato a Collelungo, piccola frazione del comune di San Venanzo in provincia di Terni, a visitare la cantina della “Tenuta dei Conti Faina”.

Andare a Collelungo oppure alla vicina Ripalvella mi ricorda molto la mia infanzia e i tanti racconti di mio padre.
Mio nonno, parliamo dei primi del ‘900, era un cosiddetto “Contadino dei Conti Faina” e con la sua numerosa famiglia lavorava un “podere” di loro proprietà sito proprio al bivio tra le strade che portano a queste due frazioni.
Mio padre negli anni sessanta lasciò il podere e si trasferì nel vicino comune di Fratta Todina richiamato anche lui dalle tante possibilità di lavoro che venivano offerte dalla prospera economia generata dal boom economico di quegli anni.
Ma frequentemente si andava a “veglia”, termine con il quale credo che si indichi l’andare a far tardi a casa di qualcuno, alla casa natale per visitare la nonna, lo zio e la sua famiglia.
Di quelle giornate mi ricordo innanzitutto le infinite partite a “Morra”, rigorosamente effettuate nella cantina della casa, e i tanti racconti che naturalmente riguardavano l’attività della tenuta e della famosa cantina di Collelungo con la sua maestosità e le sue grandi botti.

ARRIVO AL PAESE

Collelungo è una frazione molto piccola ma se arrivate dalla strada che sale da Fratta Todina la potete ammirare adagiata con le mura del suo castello su uno spuntone affacciato sulla Media Valle del Tevere.
La leggenda narra che nel paese di Collelungo vivesse la “Bella Imperia” che la notte usciva dal castello, attraverso un tunnel segreto, con il suo cavallo bianco.

SANTUARIO MADONNA DELLA LUCE

Arrivati al paese sulla sinistra trovate la chiesa parrocchiale, più comunemente nota come Santuario della Madonna della Luce, costruita intorno agli anni trenta del secolo scorso per conservare un prezioso affresco della Madonna della Luce, datato 1330, rinvenuto nella vecchia chiesa di San Mattia Apostolo

Il Santuario è un luogo di culto di notevole importanza per il territorio poichè il rinvenimento dell’affresco, all’interno della vecchia chiesa, è stato fin da subito definito come prodigioso.
Infatti l’affresco era celato da uno strato di intonaco che, il 24 aprile 1827, al rientro del parroco e dei fedeli in chiesa dopo una processione cadde ed apparve il volto della vergine. In seguito cadendo altri pezzi comparve l’immagine nella sua quasi interezza.
Dopo tale evento c’è sempre stato un costante pellegrinaggio di fedeli presso la chiesa.
Ogni anno, nei mesi di aprile e settembre, era d’obbligo andare a Collelungo per la tradizionale festa della Madonna della Luce. Era un momento per mio padre per rincontrare i vecchi amici e fare due chiacchiere in allegria.

CANTINA

La cantina si trova proprio all’interno del piccolo centro storico, ma prima di andare vi consigliamo di fare un giro all’esterno della cinta muraria per ammirare il paesaggio circostante, sono pochissimi metri e ne vale veramente la pena.

Ad attendermi c’è Stefano Sanesi, direttore della Tenuta, che prima di farmi visitare la cantina mi racconta tanti particolari che non conoscevo della storia dell’azienda e in particolare sul ruolo fondamentale di Zeffirino Faina (1826 -1917) nella storia dell’agricoltura umbra e della viticultura in particolare .
Stefano mi dice che Zeffirino avendo sposato in seconde nozze Luciana Bonaparte, nipote di Napoleone e figlia di Maria Bonaparte Valentini, soggiornò a lungo in Francia ed ebbe modo di conoscere a fondo il modello produttivo francese. Inoltre l’amicizia con il Barone Bettino Ricasoli gli permise di approfondire ulteriormente le proprie conoscenze.
Grazie a queste conoscenze nel 1870, al suo rientro dalla Francia, decise di espiantare i vigneti a tendone e mettere a dimora le viti basse introducendo il concetto di viticultura specializzata.
Così nacque anche la cantina, i cui lavori terminarono nel 1876, realizzata su modello francese scavando nella roccia sottostante il castello tre lunghe gallerie poste su tre diversi livelli sotterranei che permettevano l’applicazione del principio della “caduta del mosto per gravità”. Tale principio consentiva di intervenire il meno possibile sulle uve e sul vino.

Inoltre le gallerie garantivano una climatizzazione naturale con una temperatura costante sia in estate che in inverno, ideale per effettuare l’affinamento del vino.

LA VISITA

La visita inizia dalla parte tecnicamente avanzata della cantina dotata di macchinari di ultima generazione per la lavorazione delle uve e del vino ma, dopo una breve descrizione sulla loro funzione, scendiamo nel cuore pulsante della cantina, le famose gallerie sotterranee, nel quale il vino viene plasmato dal tempo e dalla climatizzazione naturale.

In questo piano troviamo le botti e le barrique per l’affinamento dei vini e possiamo ammirare anche vecchie attrezzature del 1800 come questo torchio fisso proveniente dalla Francia.

Scendiamo ancora un piano attraverso una scala ripidissima e non possiamo non pensare alla fatica dei nostri avi per realizzare questa meraviglia in assenza delle odierne tecnologie. La foto realizzata proprio ai piedi della scalinata così da rendere al meglio la sua notevole inclinazione.

Al piano inferiore ritroviamo ancor di più l’atmosfera dei tempi andati in quanto tutto è restato, a parte la luce artificiale, come era all’origine della cantina con le antiche botti in rovere ancora in bella mostra.

Al termine di questa galleria ne troviamo ancora un altra all’inizio della quale vi è una scalinata in cui il gioco di luci crea un atmosfera emozionante.

La visita alla cantina volge al termine e Stefano mi dice che fin da subito i vini dei Conti Faina furono molto apprezzati e vinsero numerosi premi tra cui “la medaglia d’oro con lire 1000” ricevuta dal Ministero dell’Agricoltura nel 1886, “la medaglia d’oro” ad Orvieto nel 1891 ed un’altra “medaglia d’oro” a Zurigo nel 1893. Date le premesse, circa 10 anni fa, si è deciso di rinnovare la cantina e renderla adeguata alle moderne tecnologie, ma sfruttando le esperienze tramandate fin dal ‘800 si è lavorato per ridare vita a grandi vini. Stefano ci tiene particolarmente a puntualizzare che le esperienze maturate in quegli anni vengono ancora oggi applicate nelle tecniche di coltivazione delle viti e nella lavorazione delle uve che seguono lo stesso percorso ideato dal Conte Zeffirino nell’ottocento, in particolare ancora oggi viene utilizzato il sistema di “caduta per gravità” che permette di limitare al minimo gli interventi meccanici.
Grazie ai 25 ettari di vigneti costituiti da vitigni di Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot Nero, Sauvignon Blanc, Verdicchio e Chardonnay oggi la cantina offre ai propri clienti varie proposte : I Vini Rossi “Maltempo ” e “Villa Murelli “; i Vini Bianchi “Montione” e “Macchia della Torre” ed un Vino Spumante Brut chiamato “Senatore Zeffirino”.
Infine Stefano mi parla dell’ultimo nato il “Pinot Nero 1883” un progetto ambizioso per l’azienda che con questo prodotto vuole guardare al futuro con un progetto ancora una volta innovativo nel panorama vinicolo umbro. Il Pinot Nero è uno dei vitigni più nobili ed eleganti ma al contempo più difficili da vinificare, in Umbria in particolare non è facile da coltivare in quanto è una pianta che predilige aree con notevoli escursioni termiche come quelle montane, così che nella tenuta è stato posto a dimora in un terreno posto a circa 520 metri di altitudine che ha tutte le caratteristiche per garantire delle uve di alta qualità il cui vino affinato per 16 mesi in barriques di rovere è un prodotto davvero unico e riunisce in se storicità e innovazione.

Perché la data “1883” nel nome del vino ? è la data riportata su una grande e storica botte ancora presente in cantina.

Risaliamo verso l’uscita, ringrazio Stefano per l’ospitalità e la cortesia, e nel salutarci mi invita a visitare gli oliveti aziendali che permettono all’azienda di produrre l’ottimo olio extra vergine di oliva chiamato “Rocchio Alto”.

AGRICOLA FAENA S.S.
Via Spineta, 53 – 06054 FRATTA TODINA (PG) – Italy
Tel. 075.8745048 – Mobile 335.7143931 – 331.3433777
E-mail
[email protected]

www.contifaina.it

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